“Le Pro Loco per la Valle Santa Reatina”. È il titolo dell’incontro che si è svolto nel Santuario di “San Felice” a Cantalice (RI), che con la sua facciata settecentesca guarda dalla sommità dell’omonima piazza l’intera Valle Santa reatina. Un panorama tra i più belli e suggestivi del territorio da cui è possibile scorgere i Laghi di Ripasottile e Lungo e, a far da cornice, i monti dominati dal Tancia. L’incontro ha rappresentato l’occasione per lanciare un messaggio e ribadire l’impegno delle Pro Loco della Valle per il proprio territorio: valorizzare lo stesso attraverso la riscoperta dei Cammini. Un territorio in cui i sentieri si intrecciano segnando le tappe di incantevoli luoghi artistici e di culto, tra cui, per citarne alcuni: il Santuario di S. Felice All’Acqua, la Chiesa di San Gregorio, la Chiesa della Madonna della Pace, la Chiesa di San Felice, la Madonna della Misericordia, la Chiesa di San Liberato. Il territorio, con i suoi percorsi, è stato presentato dal Presidente della Pro Loco di Cantalice, Felice Marchioni , che ha rimarcato l’importanza del lavoro dei ragazzi del servizio civile della Pro Loco nella valorizzazione dei beni culturali e artistici del luogo. A cominciare dal sito web, contenente tutte le note storiche del territorio, e dalla progettazione di pannelli descrittivi in versione 2.0 che danno la possibilità di “leggere” i monumenti religiosi, quindi le informazioni storiche e artistiche degli stessi, direttamente sul proprio smartphone.

L’incontro è proseguito con l’intervento della sindaca di Cantalice, Silvia Boccini, che ha tenuto subito a precisare che la città è «non solo protagonista, ma ospite del consorzio delle Pro Loco della Valle Santa che percorrono il Cammino della Valle. Il Consorzio non è un comitato di festeggiamenti, ma vuol essere un’unione più profonda in un territorio che sta soffrendo. Ripartire da questo Cammino, non solo come percorso di fede, ma anche come promozione del territorio». Un territorio, quello della Valle reatina, che rientrando nel cratere sismico, nell’ultimo periodo ha perso molto in termini di presenze turistiche.

Quel pezzo di Francigena che si snoda lungo la Valle Santa reatina accompagna i viaggiatori in un territorio ricco di storia e cultura. Numerosi sono i luoghi di culto che si incontrano lungo il Cammino, emblema del turismo slow. «Il turismo lento è turismo ‘di nicchia’, pertanto la nostra proposta dovrà avere una caratterizzazione specifica». Ha detto il Vescovo di Rieti, Monsignor Domenico Pompili. «Il nostro Paese è ricco di risorse e bellezze – ha proseguito – ma noi abbiamo qualcosa che definirei assolutamente singolare, ovvero Francesco da Rieti: il Francesco non della geografia ufficiale, ma il Francesco delle origini, caratterizzato dalla sua ‘piccolezza’. E ciò che è piccolo non colpisce immediatamente, bensì è l’esito di un Cammino».

Il Presidente Unpli Lazio, Claudio Nardocci, ha spiegato ai che il cammino di fede è «una parte dell’excursus dei cammini (escursionistici, storici) italiani e che ogni cammino ha un suo target specifico. Infatti, i Cammini di fede si arricchiscono con le particolarità e le risorse territoriali: la gastronomia, la storia, gli ambienti, il paesaggio: tutto ciò costituisce l’offerta turistica. Purtroppo» ha precisato Nardocci «i numeri relativi al turismo lento sono ancora bassi». Il Presidente di Unpli Lazio ha ricordato, poi, come l’impegno e il “lavoro certosino” siano alla base di molti successi, anche nel settore del turismo slow. Contestualmente, l’idea proposta da Nardocci riguarda il coinvolgimento delle scuole, a partire dalle primarie: «obiettivo principale su cui lavorare affinché la valorizzazione di queste realtà sia un’azione concreta da mettere in campo quotidianamente, in modo particolare per mezzo del racconto emozionale».

A concludere l’incontro, la responsabile dell’area promozione e commercializzazione della Regione Lazio, Flaminia Santarelli, la quale ha spiegato che La Regione Lazio ha puntato molto sul tema dei Cammini perché «il sistema dei Cammini è un modo per unire tutto il territorio, infatti questo progetto incarna la consapevolezza di un territorio e di sé stesso. Spesso gli abitanti di un luogo non hanno la consapevolezza delle ricchezze dello stesso, diversamente le realtà dei Cammini ci aiutano a riscoprire le nostre radici e, quindi, le ricchezze del territorio» ha detto Santarelli. E ha concluso: «Camminare oggi è il giusto rimedio per conciliare il benessere fisico con quello psicologico. E’ la chiave per vivere il territorio in maniera sostenibile, portare un valore aggiunto, anche in termini economici, ai territori ed è, per gli stessi, una chiave per essere maggiormente consapevoli delle proprie tradizioni».